Ex bambina prodigio, a tre anni suonava già il pianoforte. Franca Sacchi, 35 anni, sposata e poi separata, una casa in via Solferino con gatti mischiati a flauti e organi, è in Italia l'unica compositrice di musica sperimentale. Sette anni di conservatorio piantato li perchè << non mi diceva nulla di nuovo >> e poi di studi di musica elettronica a Parigi, Bruxelles e Berlino. Impengno nel campo dell'arte concettuale ma poi, dopo una assidua frequenza dei gruppi di autocoscienza femminista, il rinnegamento della composizione vista come atto intellettuale. Da allora solo concerti di improvvisazione musicale, strettamente basata su un rapporto con se stessa raggiunto dopo undici anni di yoga.
Concerti pochi a dir la verità alla galleria Ala, al centro internazionale di Brera, alla galleria Toselli. Pochi perchè Franca Sacchi, un pò pigra come i suoi gatti, un pò sbadata come gli artisti di ieri, non è capace di darsi molto da fare. Va e suona solo quando la chiamano, e quando succede chi è in grado di apprezzare questo tipo di musica che rompe con ogni schema classico, parla di lei come della compositrice del futuro, il Mozart anni 2000. la sua non è musica per sognare. Franca Sacchi si accosta al piano e compone sul momento quello che il suo io le vuol far dire. Dice cose, forse un pò ostiche, ma nuove.